Il consumo di carne rossa e grasso associato a malattia epatica e carcinoma epatocellulare
Diversi possibili meccanismi come grasso, ferro, amine eterocicliche e composti N-nitrosi legano il consumo di carne alla malattia epatica cronica e al carcinoma epatocellulare, ma pochi studi hanno valutato tale associazione.
Uno studio ha esaminato in maniera prospettica la relazione tra carne e la mortalità per malattia epatica cronica ( n=551; escluso il carcinoma epatocellulare ) e l’incidenza di tumore epatocellulare( n=338 ) in 495.006 uomini e donne dello studio National Institutes of Health-AARP Diet and Health.
È stata osservata un'associazione inversa tra carne bianca e rischio di malattia epatica cronica ( HR=0.52, 7.5 vs 18.2 casi per 100000 persone-anno ) e carcinoma epatocellulare ( HR=0.52, 5.8 vs 14.3 casi per 100000 persone-anno ).
La carne rossa è risultata associata a un maggior rischio di malattia epatica cronica ( HR=2.59, 22.3 vs 6.2 casi per 100.000 persone-anno ) e carcinoma epatocellulare ( HR=1.74, 14.9 vs 5.7 casi per 100.000 persone-anno ).
Tra i tipi di grassi, i dati sono risultati più forti per quelli saturati ( per malattia epatica cronica, HR=3.50, 23.0 vs 6.5 casi per 100.000 persone-anno; per carcinoma epatocellulare, HR=1.87, 14.5 vs 6.3 casi per 100.000 persone-anno ).
Dopo aggiustamento, le stime di rischio sono rimaste valide per grassi saturati, carne rossa e carne bianca.
Ferro eme, carne lavorata, nitrati e nitriti hanno mostrato un'associazione positiva con malattia epatica cronica ma non con carcinoma epatocellulare.
Singole amine eterocicliche, 2-amino-3,4,8-trimetilimidazo[4,5,-f]chinoxalina ( DiMeIQx ), 2-amino-3,8-dimetilimidazo[4,5-f] chinoxalina ( MeIQx ) e 2-amino-1-metil-6-fenil-imidazo[4,5-b]piridine ( PhIP ), non sono risultate associate ad alcun esito.
In conclusione, questi risultati suggeriscono che la carne rossa e i grassi saturati potrebbero essere associati a un aumento del rischio di malattia epatica cronica e carcinoma epatocellulare, mentre la carne bianca potrebbe essere associata a una riduzione del rischio. ( Xagena2010 )
Freedman ND et al, J Natl Cancer Inst 2010; 102: 1354-65
Onco2010